Paolo Mazzoleni ha aperto l’incontro così: “Bisogna proteggere non solo l’opera, ma anche la metodologia”.
Ha ragione Paolo: l’utilizzo della modellazione digitale ci porta in una dimensione della progettazione nella quale predominano il processo, il metodo, la prestazione, gli outcomes. Quindi, l’ambito dei diritti – e dei doveri – delle parti si allarga.
Le informazioni – inserite, condivise, elaborate e rielaborate – nel processo BIM formano un corpo, il modello, che è frutto di un know how complesso, di collaborazione tra diverse professionalità, di un’azione collettiva che si qualifica anche per la metodologia seguita per perseguire il risultato comune.
Dunque, osservando il diritto d’autore, la questione da affrontare non riguarda solo i diritti sull’oggetto dell’attività di progettazione, ma anche quelli eventualmente connessi alla metodologia impiegata.
Che il processo di modellazione digitale richieda collaborazione lo abbiamo messo in evidenza in diverse occasioni, del resto, come ha precisato l’arch. Patricia Viel “l’architettura è da sempre un’opera collettiva”.
Con il processo digitale collaborativo questo è evidente.
Quali sono le implicazioni sul diritto/dovere d’autore? Questo è tutto un mondo da scoprire, a partire dall’applicabilità delle nozioni giuridiche, dai contratti ai diritti di proprietà intellettuale, al nuovo soggetto collettivo che la modellazione digitale crea e che include il committente, inevitabilmente parte dell’organismo vivente che sviluppa il modello.
Intensità relazionale, integrazione nell’oggetto delle attività, difficoltà ad individuare precisi confini nelle prestazioni dei singoli professionisti e, dunque, nelle rispettive creatività e responsabilità.
Cosa succede allora? La stessa cosa che è successa quando si è ragionato di come tutelare i diritti delle opere composte – come le opere musicali (suonate con il contributo di diversi musicisti), i fumetti (immagini e parole), i film, i documentari (musica e immagini), i manuali giuridici (con capitolo scritti da diversi autori) -, in cui diversi soggetti, con competenze complementari e attività tra di loro frammiste, costruiscono qualcosa di nuovo, compenetrandosi gli uni con gli altri per realizzare un oggetto identitario plurimo. Lì il diritto ha portato innovazione, costruendo nuove forme di tutela.
Stessa cosa farà per la modellazione digitale.
Gennaio 21, 2020